VacciCheck Canine
Kit per la ricerca degli anticorpi IgG anti-CDV, anti-CAV, anti-CPV
Vaccicheck Canine è un saggio immunoenzimatico su fase solida per la determinazione degli anticorpi anti-Virus del Cimurro del cane (CDV), Virus dell’epatite infettiva (CAV) e Parvovirus (CPV) nel sangue intero, siero o plasma di cane.
CPV 88%
CDV 100%
CPV 100%
CDV 92%
Il kit VacciCheck Canine è stato ideato per determinare il titolo anticorpale nel siero di cane per l’epatite infettiva del cane (ICH), il parvovirus canino (CPV) e il virus del cimurro canino (CDV). Lo scopo principale di questo kit è fornire uno strumento utile per valutare lo stato di immunità dei cani riguardo a questi tre agenti patogeni. In quanto tale, può determinare il titolo di IgG prima e dopo la vaccinazione o la durata dell’immunità.
Cimurro
Il cimurro è una malattia sistemica che colpisce i cani ed altri canidi selvatici. L’agente eziologico è un morbillivirus (Canine Distemper Virus – CDV), appartenente alla famiglia Paramixoviridae. Il virus colpisce in particolare i cuccioli, indipendentemente dalla razza. E’ presente in tutto il mondo, è particolarmente frequente nelle città, nelle colonie di cani ed in genere dovunque si abbia frequente contatto fra cani. Sebbene sia contagioso, il virus ha una scarsa resistenza ambientale in quanto è sensibile ai raggi UV, al calore, al disseccamento e viene rapidamente inattivato dai comuni disinfettanti. La trasmissione del virus avviene per contatto diretto, inalazione e per via trans-placentare. Il virus viene eliminato nelle escrezioni e secrezioni nella fase acuta dell’infezione e si localizza nel sistema nervoso, occhi, pelle e polmoni. La sintomatologia è variabile e può interessare l’apparato respiratorio, digerente e il sistema nervoso. La mortalità può arrivare al 50%, soprattutto negli animali giovani e non vaccinati.
Parvovirosi
La parvovirosi è una malattia virale molto contagiosa, che può essere potenzialmente fatale, specialmente nei cuccioli non vaccinati.
Il virus responsabile è classificato come Parvovirus Canino Tipo 2 (CPV 2), per distinguerlo da un altro Parvovirus (CPV 1) riscontrato nelle feci del cane, senza significato patologico. È un virus molto resistente nell’ambiente (può resistere anche fino ad 1 anno) ed all’azione di detergenti e disinfettanti. Il virus viene escreto nelle feci e si moltiplica nel tratto digerente e nel midollo osseo. Penetrato nell’organismo per via orale, dopo un periodo di incubazione di 3-8 giorni, il virus si replica inizialmente a carico dei tessuti linfatici oro-faringei, da cui diffonde per via ematogena a tutti i tessuti. Successivamente il virus si localizza ai tessuti linfoemopoietici del midollo osseo e ai tessuti linfoidi del digiuno e dell’ileo, dove provoca rispettivamente neutropenia, linfopenia, distruzione dei villi intestinali con necrosi dell’epitelio e diarrea emorragica. In conseguenza dell’immunodepressione, gli animali infetti presentano frequenti infezioni batteriche secondarie (da Escherichia coli, Salmonella, Campylobacter e clostridi) che aggravano il quadro patogenetico. Dal 3° giorno post-infezione l’animale diventa eliminatore di virus. L’infezione può avvenire per contatto diretto con le feci di cani infetti o indirettamente mediante l’esposizione all’ambiente o a oggetti contaminati, come le lettiere o le ciotole. L’infezione parvovirale può colpire i cani di qualsiasi età, sebbene la maggior parte dei casi si verifichi nei cuccioli giovani di età compresa tra le 6 settimane e i 6 mesi. Gli animali non vaccinati o parzialmente vaccinati presentano un rischio considerevolmente più elevato di sviluppare parvovirosi.
Epatite infettiva
L’epatite infettiva del cane (precedentemente chiamata malattia di Rubarth) è un’infezione epatica acuta causata dall’Adenovirus canino di tipo 1 (CAV-1). In Europa colpisce principalmente i cani e le volpi. E’ una malattia non correlata con l’epatite nell’uomo, è una condizione molto meno diffusa grazie alla disponibilità di vaccini efficaci. Tuttavia, saltuariamente questa malattia molto contagiosa e a volte fatale è ancora osservata nella pratica veterinaria, particolarmente nei cuccioli non vaccinati. La principale fonte di infezione è l’ingestione di urina, feci o saliva di cani infetti. Dopo la guarigione, i cani possono diffondere il virus mediante le urine per un periodo fino a 6 mesi. Il virus ha una predilezione per gli epatociti, l’epitelio vasale e l’epitelio renale. La replicazione virale avviene nelle tonsille per poi diffondere nei linfonodi locali e, tramite la circolazione sistemica, alle cellule epatiche ed endoteliali. Gli adenovirus causano necrosi delle cellule infette mediante un effetto citopatico: le lesioni includono petecchie, ecchimosi diffuse, fibrina sulla capsula epatica ed eventuale raccolta di essudato chiaro peritoneale. Il virus è resistente a numerosi disinfettanti e può permanere nell’ambiente per diverse settimane o mesi. I cuccioli molto giovani muoiono entro poche ore e, in ambienti come quelli delle pensioni per cani, la malattia si diffonde molto rapidamente.