Fluo Babesia bovis
Kit IFA per la ricerca degli anticorpi IgG anti-Babesia bovis nel siero o plasma di bovino
50 vetrini
Kit completo
Il kit FLUO BABESIA bovis può essere utilizzato per la determinazione semiquantitativa degli anticorpi IgG anti-Babesia bovis in campioni di siero o plasma di bovino con tecnica di immunofluorescenza indiretta.
La babesiosi bovina è una malattia protozoica trasmessa dalle zecche di notevole importanza economica negli allevamenti di bovini in Europa. La malattia è causata da Babesia bovis e Babesia bigemina, trasmesse dalle zecche di Boophilus spp.
La babesiosi è un’infezione degli eritrociti, lisi eritrocitaria quindi anemia emolitica. Il genere Babesia spp. comprende un gruppo di organismi monocellulari con un ciclo di vita a tre fasi che comprende la riproduzione sessuata nelle zecche, la formazione di spore infettive nella ghiandola salivale delle zecche e una riproduzione asessuata attraverso bipartizione negli eritrociti di animali vertebrati. I danni a carico dei reni sono importanti dando necrosi tubolare, depositi e emoglobina ed edemi. I sintomi includono forte febbre, malessere e anemia in alcuni casi sono stati registrati nausea, vomito, ematuria, eccessiva sudorazione e può anche essere presente epatosplenomegalia. Le Babesie dopo una prima infezione vengono neutralizzate degli anticorpi igG piochè memorizzate dal sistema immunitario. Numerosi vaccini sono stati creati per la Babesiosi veterinaria, il più efficace è quello con agenti vivi attenuati ma si sta studiando un vaccino ricombinato. Una trasmissione verticale nelle zecche è stata descritta per alcuni dei generi di Babesia. Come per Babesia bigemina anche per la Babesia bovis la trasmissione nei bovini avviene per via transplacentare.
I vetrini sono suddivisi in pozzetti coperti da Teflon con adesi gli eritrociti, che sono infettati con Babesia bovis e che contengono i caratteristici merozoiti citoplasmatici.
I campioni da analizzare vengono diluiti in un tampone salino e incubati sui singoli pozzetti al fine di permettere la reazione degli anticorpi del paziente con gli antigeni di Babesia fissati sul vetrino.
I vetrini vengono quindi lavati per rimuovere le proteine del campione che non hanno reagito e viene aggiunto un anticorpo anti-IgG di bovino marcato con fluoresceina (coniugato). Questo coniugato reagisce con i complessi antigene-anticorpo precedentemente formati. Il risultato può essere visualizzato usando un microscopio a fluorescenza standard. Le reazioni positive si presentano con una colorazione verde fluorescente dei merozoiti all’interno del citoplasma degli eritrociti presenti infettati in ogni pozzetto. Le reazioni negative si presentano con una fluorescenza differente rispetto al controllo positivo. I campioni positivi possono essere nuovamente analizzati a diluizioni maggiori per determinarne il titolo anticorpale.
Campioni di siero o plasma di bovino.
Dopo il prelievo, avvenuta la coagulazione, il siero è separato mediante centrifugazione. Il siero o il plasma sono quindi trasferiti in provette sterili, conservabili a +2-8°C. Se l’analisi viene effettuata dopo più di 5 giorni, è opportuno congelare i campioni a -20° C o a temperature inferiori. Campioni prelevati da soggetti con forma acuta devono essere raccolti all’inizio della malattia; a intervalli di due e quattro settimane si possono prelevare ulteriori campioni per rilevare un eventuale variazione del titolo anticorpale durante la convalescenza.
I risultati sono leggibili tramite microscopio a fluorescenza con filtro FITC all’ingrandimento di 400X.
Il pattern di fluorescenza (forma, densità, etc.) del controllo negativo e positivo deve essere considerato il modello di riferimento.
Modelli di reattività diversi da quelli presenti nei controlli devono essere considerate reazioni non specifiche (risultato negativo).
La presenza di anticorpi anti-Babesia bovis dipende dalle regioni geografiche e dalle popolazioni analizzate.