Seabioplas
Seabioplas è un Progetto Europeo che rientra nel Seventh Framework Programme (FP7) a cui hanno partecipato undici aziende, tra istituti di ricerca, grandi aziende e piccole medie e imprese, provenienti da diversi stati europei, in particolare:
- U’Murchu Marine Research Station (DOMMRS), Irlanda
- ALGAPLUS Portogallo,
- WAGENINGER UR (DLO), Olanda
- CIIMAR Portogallo
- ICETA Portogallo,
- CEVA Francia
- Verfen Vernisfabrieken Herfst en Helder BV (H&H), Olanda
- NBC, Estonia
- SLEEVER Francia,
- AGROLABO, Italia
- CPS Irlanda
Scopo del progetto era quello di produrre bioplastiche biodegradabili da alghe coltivate in modo sostenibile. L’attuale metodo di produzione di bioplastiche si basa su risorse naturali come mais, zucchero e grano. L’utilizzo di alghe per produrre acido polilattico (PLA) offre una serie di vantaggi, tra cui una minore competizione per le risorse alimentari, la riduzione dell’utilizzo di acqua dolce e la riduzione di produzione di CO2.
Il progetto ha valutato inoltre l’efficacia dell’utilizzo dei sottoprodotti delle alghe nell’alimentazione animale, in particolare come mangimi per pesci e per animali da allevamento.
Agrolabo SpA si è occupata di valutare l’efficacia di questi sottoprodotti di origine naturale come sequestranti di micotossine nelle vacche da latte, attraverso una sperimentazione sul campo in un allevamento italiano della Pianura Padana.
Il ruolo di Agrolabo
Le biomasse oggetto dello studio di SEABIOPLAS possono rappresentare una fonte alternativa di prodotto naturale per l’alimentazione degli animali, in particolare nel settore dell’agricoltura biologica (in tutta Europa) e nei circuiti di produzione secondo rigidi disciplinari (es. Parmigiano Reggiano in Italia).
La ricchezza delle alghe marine in polisaccaridi, minerali, vitamine, proteine, grassi e polifenoli dà a questo sottoprodotto una potenzialità nutritiva elevata. Oltre a questo numerosi studi dimostrano la presenza di sostanze ad azione antibatterica, antivirale e antifungina.
Agrolabo ha studiato il sostegno che le biomasse, oggetto dello studio, possono fornire nelle produzioni delle bovine da latte, valutando, attraverso una sperimentazione sul campo in alcuni allevamenti selezionati secondo precisi parametri, l’efficacia come sequestrante di aflatossine e micotossine.